Simbolo per eccellenza della città di Grottaglie (famosa per la lavorazione delle ceramiche), il pumo è considerato uno degli oggetti tipici ed emblematici della Puglia.

È infatti tradizione per i pugliesi possedere nelle proprie case, sui balconi o nei giardini tale oggetto, tradizione che ormai sta prendendo sempre più piede anche tra i non pugliesi.

L’origine del termine deriva dal latino, dalla parola “pomum” che significa “frutto“; sembrerebbe inoltre che il termine abbia a che fare con il culto della dea Pomona, antica divinità romana dei frutti, della vite e dell’olivo.

La sua forma si ispira alle foglie di acanto, anche se negli ultimi decenni è diventato popolare anche il pumo a forma di pigna che, a differenza di quello classico, presenta una superficie non totalmente liscia ma piuttosto irregolare, proprio come quella di una pigna. Infatti il pumo è anche conosciuto con l’appellativo di pigna.

Inizialmente quest’oggetto decorativo era considerato un bene di lusso, ragion per cui solo i più facoltosi potevano permettersi, però con il tempo anche i meno abbienti ebbero la possibilità di acquistarlo per esporlo nelle proprie dimore.
Difatti, è possibile trovare i pumi sia sulle facciate di maestosi palazzi signorili che su quelle di palazzi più essenziali.

Si pensa inoltre che più sia complessa la lavorazione del pumo, più venga esternata la ricchezza della casa; o che più grandi siano le sue foglie, più grande sia la prosperità che la famiglia dimostra di possedere o spera di ottenere.

Fin qui pare, quindi, che il pumo abbia soltanto una funzione estetica e di abbellimento, ma allora perché è un prodotto che spopola e che viene acquistato sempre più da pugliesi e non?
Secondo la leggenda, in effetti, il pumo costituisce un vero e proprio portafortuna che simboleggia prosperità, fertilità e buon auspicio verso nuove opportunità e nuovi inizi, ed è pensato anche come una difesa contro il male e la negatività. Ma attenzione: stando alla leggenda, il pumo deve essere regalato affinché funga da portafortuna.

Certo è che, souvenir o portafortuna che sia, è senza dubbio il simbolo dell’arte e della passione che si celano dietro l’artigianato fortunatamente ancora esistente in Puglia.

Cecilia Marrese
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Ciao a tutti! Mi chiamo Cecilia e frequento l'Università SSML-San Domenico di Foggia. Oltre alle lingue, sono un'appassionata di musica e viaggi e mi entusiasma conoscere e confrontarmi con nuove culture.